La notizia è passata in sordina e l’argomento non sembra avere molto appeal, anzi nessuno, sia per la stampa che per l’opinione pubblica.
Quando l’informazione è drogata dal bisogno di gettare in pasto alla massa notizie sensazionalistiche che realizzino milioni di clic sui social network come effetto emotivo immediato, è chiaro che ciò che realmente conta rischia di venire ignorato. Anzi, succede regolarmente ogni giorno.
In questo caso il fatto sembra rappresentare un evento di secondo piano, ampiamente trascurabile, ma è il primo passo ufficiale verso un sistema che nel giro di 5 anni potrebbe cambiare più di qualcosa nelle nostre abitudini quotidiane: l’arrivo dell’euro digitale.
Il 14 luglio scorso il Consiglio Direttivo della Banca Centrale Europea ha dato il suo OK all’avvio della prima fase di studio di questo progetto che è previsto duri due anni.
La seconda fase, della durata di tre anni, servirà a sviluppare i servizi integrati e a iniziarne la sperimentazione pratica che potrebbe interessare inizialmente solo limitate aree dell’Eurozona.
L’euro digitale è un concetto non di così immediata comprensione: diventerà uno strumento di incasso e pagamento paragonabile in tutto e per tutto al contante ma con l’assenza di monete e banconote.
Si tratta della possibilità, che diventerà realtà, di operare in modo immediato con il denaro senza lo scambio fisico di metallo e carta, come è stato finora per migliaia di anni, ad iniziare dalla prima moneta di cui si ha notizia: un dischetto in elettro (lega grezza di oro e argento) scambiato verso la fine del VI secolo A.C. tra l’Egeo e l’Asia minore.
Il vantaggio sarà quello di mantenere la totale sicurezza di una forma di pagamento quotidiana, eliminando i rischi (es. perdita, furto, contraffazione) e i costi diretti e indiretti di transazione, quindi favorendo prezzi più bassi per i consumatori.
Non ci si rende forse bene conto che produrre monete e banconote, trasferirle e distribuirle ha un costo non indifferente che pesa su banche e aziende in modo molto significativo.
Pensiamo solo ai costi che le banche sostengono solo per il trasporto valori, la custodia, la contazione e per consentire l’erogazione bancomat.
A loro volta le attività al dettaglio e gli esercenti si sobbarcano incombenze di vario tipo e sono costantemente esposti al rischio di sottrazione, furto e di accettare titoli contraffatti.
In cosa si riflette tutto questo? Si tratta di oneri significativi che si abbattono inevitabilmente sul consumatore finale.
Il rapporto Bankitalia “Il costo sociale degli strumenti di pagamento in Italia” pubblicato nel 2020, cita:
“Nel complesso, si stima che l’utilizzo del contante costi al nostro sistema economico 7,4 miliardi di euro l’anno (……..), 4 volte superiore a quello delle carte di pagamento. Risultati analoghi emergono dal confronto tra i costi pro-capite dei diversi strumenti: nel 2016 a ciascun italiano l’uso del contante costava in media 122,5 euro l’anno rispetto ai 18,1 delle carte di debito e ai 12,9 delle carte di credito. Il settore commerciale sostiene la maggior parte del costo di sistema (circa il 55 per cento) del contante e degli assegni”
“La movimentazione del contante, ossia le operazioni di “deposito” (cash-in) e “approvvigionamento” (cash-out) tramite sportelli bancari e postali, costa al sistema bancario circa 2,5 miliardi di euro l’anno”
Il rapporto citato è scaricabile qui:
L’euro digitale è il progetto che la BCE e le banche centrali nazionali dell’area euro hanno avviato per poter emettere una nuova forma di moneta come alternativa più efficiente rispetto alla convenzione usata dall’uomo da 2.500 anni a questa parte.
E’ questa la notizia che merita l’attenzione di tutti, quantomeno in Europa e in Italia. Molte altre nazioni stanno concertando con le proprie banche centrali iniziative simili.
L’euro digitale è un concetto che ha qualcosa in comune con la nascita e con la diffusione delle criptovalute?
Secondo la BCE no, ecco perché.
L’euro digitale sarà sempre sicuro perché garantito dalle Autorità Centrali, esattamente come il contante: nessun rischio di credito e di liquidità; sarà universalmente accettato proprio perché contiene intrinsecamente queste caratteristiche.
Il Bitcoin, per prendere l’esempio più noto, esiste in quanto residente in una piattaforma immodificabile e distribuita (Blockchain) sfruttando strutture tecniche e tecnologie che sembrerebbero preservare molto meglio di una valuta “tradizionale” la libertà e l’autodeterminazione di chi lo usa, senza intermediari politici e bancari: questa la tesi di chi ne difende le prerogative.
Tuttavia secondo Fabio Panetta, membro del Comitato Esecutivo della BCE, nessun mezzo di pagamento diverso da quello garantito da una Banca Centrale è sicuro al 100%.
La sua opinione, rilasciata alla Milano Finanza Digital Week tenutasi a luglio 2021, è che le criptovalute sono strumenti speculativi, esposti ad oscillazioni di prezzo tali che non possono essere considerati strumenti efficienti come unità di conto e come riserva di valore, caratteristiche viceversa proprie di una moneta nazionale e necessarie alla stabilità di un sistema economico.
Al di là di qualsiasi opinione rispetto alla diffusione delle criptovalute e alla portata di questo fenomeno relativamente recente, vale comunque la pena riflettere sulle decisioni che potrebbero venire prese dai singoli governi nazionali o dalle Istituzioni sovrannazionali per impedire o limitare l’uso di questi strumenti, giudicati appunto turbativi nel mercato.
Il 21 giugno scorso la Banca Centrale Cinese ha decretato lo stop alle transazioni in criptovaluta e iniziative in questo senso potrebbero sempre intervenire da un momento all’altro, in qualsiasi altra parte del mondo.
Come verrà distribuito l’euro digitale? Potrebbe essere basato su token elettronici e disponibile solo agli utenti europei, in una piattaforma unica o decentralizzata: sarà la sperimentazione a dettare le linee guida definitive.
PERCHE’ TE NE DEVE IMPORTARE?
La gente comune non ha alcuna percezione dei cambiamenti in corso che avranno un impatto importante sulla nostra vita di tutti i giorni.
La tua economia personale è un aspetto di cruciale importanza, al pari della tua salute.
Per questa esiste il Sistema Sanitario Nazionale, un presidio collettivo al quale puoi rivolgerti in ogni momento in caso di necessità.
Per quanto riguarda la tua organizzazione economico-finanziaria, la banca digitale è uno strumento tecnico che dovresti conoscere già piuttosto bene per le tue esigenze quotidiane.
Tuttavia non sarai mai al corrente di quello che oggettivamente ti serve sapere perché questa non è la tua competenza specifica. Probabilmente non sapevi che tra non molto esisterà un euro digitale in parziale sostituzione di monete e banconote.
Pensi di avere sotto controllo e di avere una buona organizzazione della tua situazione economico finanziaria? Conosci le opportunità che questo momento di trasformazione e di innovazione ti sta offrendo?
Conosci uno specialista disponibile a spiegarti nel tempo cosa succede in questo contesto, cosa ti conviene fare e cosa invece escludere per la tua salute economico-finanziaria?
Una risposta a tutto questo sembra doverosa.